domenica 8 novembre 2015

Insegnare italiano a stranieri: come fare?

Me lo chiedono in molti, me lo chiedono in troppi e sempre più spesso: "Come si fa a diventare insegnante di italiano per stranieri?"

La domanda parte quasi sempre da un punto di vista fallace e con rare eccezioni- secondo me. 
Molti iniziano dicendomi di non saper cosa fare e di volersi buttare in questo settore nuovo e in espansione, perché gli immigrati sono molti e perché all'estero si studia molto l'italiano. Insomma, una motivazione dettata da chiacchiere da bar e da qualche sentito dire con remotissime e traballanti verità. Certe chiacchiere non fanno che far intraprendere a laureati in lingue, lettere e altre materie umanistiche un percorso alquanto tortuoso.

Ma ora vi spiego perché questo grande mercato non è in realtà in espansione ed anzi stagna, ormai da anni. Innanzitutto non si diventa insegnanti di italiano a stranieri son la sola laurea umanistica, o almeno non con tutte le lauree umanistiche. L'insegnante di italiano per stranieri non è un insegnante di lettere ma un esperto di glottodidattica, un facilitatore linguistico. Per diventarlo esistono lauree specifiche, Master di primo e secondo livello e certificazioni. Occorrono esami, CFU, insegnamenti specifici. Non ci si improvvisa o almeno, non si dovrebbe proprio.

Non è vero che gli immigrati aumentano, e questo lo si può leggere un po' ovunque, basta andarsi a leggere le varie lagne sul numero di ingressi e fughe dal Belpaese.

Non è vero che è facile lavorare con gli immigrati che devono imparare l'italiano per dovere e per diritto, e di questo ho già più o meno parlato parecchio tempo fa su Yalla. Il volontariato è in espansione e la figura dell'insegnante di italiano per stranieri è vista alla stregua di un caritatevole madrelingua che da un mano al povero disperato che neanche ha la romantica valigia di cartone. Sta per arrivare una classe di concorso, ma chissà se veramente aprirà spiragli fausti per chi fa già questo lavoro da tempo.

Non è vero che l'italiano è la quarta lingua più studiata al mondo, esistono molti dubbi sulla natura e la veridicità dei dati.

Non è vero che è facile insegnare all'estero, visto che gli Istituti di cultura sono in condizioni disastrose e il reclutamento degli insegnanti nebuloso. Per farsi un'idea lancio una sfida: andate sulle varie pagine degli istituti di cultura e cercate gli ultimi bandi per il reclutamento degli insegnanti di italiano.

Sempre all'estero, per entrare nelle università straniere di solito occorrono titoli superiori alle certificazioni come Ditals (di Siena), Cedils (di Venezia). Dils-PG (di Perugia), ecc., un'ottima conoscenza della lingua del posto e alcune volte anche la capacità di insegnare altre lingue (spesso lingue romanze). Questo per quanto riguarda chi punta alla carriera accademica; infatti spesso si tratta più di posti da ricercatore o simili che altro.

Nelle università, poi, esiste la figura del lettore. Ma da sempre ad occupare questi posti sono i docenti di scuola (quelli con la cattedra, quelli a tempo indeterminato) che fanno domanda per il servizio all'estero. 

Nelle scuole private nei vari paesi del mondo, invece, ognuno recluta come vuole. In passato ho sentito parlare di insegnanti laureati in economia o di insegnanti non laureati.


Tutto questo per dire che si tratta di un mestiere per nulla facile e per nulla in espansione. è fatto di ombre e soffre fortemente del non riconoscimento della figura né legale né dell'opinione pubblica. In quale altro settore, infatti, si pensa che senza alcun titolo, preparazione o esperienza si possa essere in grado di lavorare un po' a tutti i livelli?


PS. non sono stata precisissima, forse, ma vi giuro che ho detto tutta la verità ed è tutto quello che so! :)





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