G. Berengo Gardin, Genova
Ci
sono poche eventi che ricorda dell'infanzia, forse due o tre in tutto. Uno è il suo quinto
compleanno, un altro è suo padre che le regala una bambola di pezza, un altro
ancora è sua madre che si sbuccia un ginocchio correndo per le scale
rossastre e scrostate dell’ingresso di casa. Ama ricordarli separatamente ma,
lo sa solo lei, sono avvenuti tutti nello stesso giorno.
Ad
infilare le calze si fa sempre troppo in fretta, pensa, mentre a toglierle si è
sempre un po’ più lenti. Eppure dovrebbe essere il contrario, perché le calze
portano calore e il calore fa bene, rilassa, mentre il freddo è malvagio e si
insinua nelle ossa. Quando si esce, le ossa sono contornate da muscoli rigidi
però, e le calze neanche si sentono più. C’è il freddo del vento del mare, quel
mare che fa male a guardare, perché le onde e quel fischio e quell’orizzonte
fanno sempre pensare troppo. Le strade della città sono più rassicuranti, si
stringono e si riallargano lentamente. Sono strette quando c’è bisogno di
camminare forte e si fanno ampie quando ci si deve confondere tra la folla. Ma
il mare, prima o poi, si rivede. Infingardo.
Dall’altra
parte della città c’è sempre qualcuno ad aspettarla, come oggi. Impaziente,
insaziabile, pieno di speranza. Mai si ricorda che nell’infanzia qualcuno
l’abbia aspettata tanto.
Nella
città ci sono anche salite e discese ripide, che a volte con il peso sono
troppo difficili. Per fortuna non deve mai portare troppe cose, lo sa, lo sanno
anche gli altri. E il mare scompare, girando tra le vie, e scompare anche
lei. Ricompaiono insieme, a volte.
“Carla, Carla”. Si sente chiamare ma non risponde, non è il momento. Il suo nome
risuona per un attimo, poi è subito un altro vicolo e altra gente, e altri
suoni che la confondono. In ogni caso, conviene accelerare il passo, che non si
sa mai. è vestita bene, come le ha chiesto. è più bionda del solito. Il
soprabito non sembra neanche di tanto tempo prima. Di certo non lo direbbe o
insinuerebbe nessuno. Delle mani ha sempre pensato un gran bene, perché sono
delle belle mani, solamente non curate. Il passo è sicuro, elegante.
Si
è quasi dimenticata, camminando e pensando, che oggi un pacchetto ce l’ha. Ed è
chiuso con uno spago ben stretto. Glielo ha chiesto la sera prima. Gli ha
chiesto di lasciarlo poggiato, davanti al portone verde. Nessuno la vedrà. Gli
ha detto di stare tranquilla. Camminare a testa alta e lasciarlo lì. A
prenderlo, qualcuno ci penserà sicuramente.
Cammina,
perché è bella. Si sente bella. E libera.
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