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domenica 12 maggio 2013

Ma perché agli italiani non piace il PD? Eppure...

Quelli di sinistra sono gli intellettuali. Non sono simpatici, non sono divertenti, se la tirano un po' e sanno tutto loro. Sono permalosi (perché si attaccano a sottigliezze che non interessano a nessuno e che in quanto sottigliezze sfuggono ai più). Hanno leader boriosi e sono invidiosi di chi invece riesce a godersi la vita con leggerezza.

A me, però. questa definizione plurima non quadra. Non sono del tutto d'accordo e non capisco come gli italiani, popolo di sarcastici disfattisti, non riescano ad appassionarsi alla tragicommedia democratica.

Il Partito Democratico è innanzitutto un monolite longevissimo, che ha attraversato crolli e metamorfosi, risorgendo sempre uguale e diverso. Quindi, dovrebbe piacere a questo popolo di abitudinari, che non protestano a presidenti del consiglio nominati sette volte, che guardano ancora il festival di Sanremo (show morto e sepolto) e che ancora vanno al mare a Rimini.
Ma dai, fratello italico, non ti piace una cosa che conosci, che hai sempre avuto, che ti inganna e ti tradisce ma poi torna sempre a te?

Il Partito Democratico ha mille perdenti. è il partito dei perdenti. Vieni osannato, votato alle primarie, amato. E perdi. Devi perdere, altrimenti vieni cacciato (Prodi è davvero forse l'unico che qualche volta abbia vinto, e guardate come lo trattano). A noi italiani dovrebbe piacere, o quanto meno far ridere. Di solito questo è un popolo che vota e adora ciò che fa ridere, quindi mi stupisco fortemente di questa anomalia.
Sei proprio sicuro, o mio vicino da sempre, che non ti fa ridere per niente? devo dire qualche scurrilità, andrebbe meglio?

Il Partito Democratico è un partito di grandi individualismi. Secondo me veramente nel PD ci sono i migliori politici italiani ( e vabbè, piace vincere facile...). è come l'Italia. Hai Dante, Da Vinci, Montalcini, hai successo se te ne vai da solo in un altro paese, ma se gli italiani si mettono tutti insieme, su un progetto collettivo, è la fine. Non ci si riesce proprio. Nascono le chiacchiere, ritardi molteplici che compromettono il lavoro di tutti, pause caffè all'infinito, salamelecchi, cambi di programma ed inutili discussioni sul nulla, polemiche e pianti addosso che nemmeno in Francia.
Dai ma non lo vedi? A te è così che piace, Pulcinella!!

Il Partito Democratico ha le fazioni (che io adoro e che ritengo il sale della vita, ma quando è troppo è troppo!). Ma invece di farne una ricchezza, ci si piange addosso anche su questo. Mi ricordano il campanilismo, che credo di praticare anche quando sono a tavola con i miei genitori e mio fratello, visto che siamo nati ognuno in una località diversa della stessa regione. Che poi siamo vissuti insieme da sempre e che formiamo una famiglia è secondario. Io sono nata a Roma, loro no. La nostra ricchezza, la nostra bellezza, non ci va di vederla.
Ancora, non ti ho convinto? Sai, solo tu puoi usare diversi punti di vista per rimanere immobile!

Il Partito Democratico forse, è l'Italia. E per esorcizzare i suoi difetti, l'italiano medio, non vota ciò che è, ma vota ciò che vorrebbe essere (Berlusconi), ciò che vorrebbe avere (la decrescita felice e una nuova era rivoluzionaria di Grillo). Ma no, non prenderà mai quello che è semplicemente per migliorarlo (e questo non solo in politica...).





Si scherza un po'. credo davvero che uno dei problemi principali del PD sia la comunicazione poco efficace. Dovrebbero puntare la prossima campagna elettorale u questo: Italiano tu sei il PD!!!


mercoledì 13 febbraio 2013

Appunti di chi non vede il Festival di San Remo

Mentre il populismo di Grillo impazza, Berlusconi fa le solite battute sessiste tra l'ilarità generale, Bersani sembra un uomo giunto tra noi per caso e il Papa annuncia le sue dimissioni nel giorno del mio 29esimo compleanno, qualcosa di molto luminoso colpisce la nostra attenzione, e ci costringe a mettere occhiali da sole pur di non spostarci. Entro sabato avremo  una bellissima tintarella, da fare invidia agli agosti modaioli a Formentera.

Questa luce meravigliosa viene dalla vecchia Liguria, dalla cittadina di San Remo. In questo luogo ameno, da ormai decenni e decenni si svolge il Festival della canzone italiana, evento del quale tutti parlano. Tutti ne chiedono a voce grossa l'abolizione, perché la musica non è più al centro, perché la Rai spende troppo... Giovanotti apparentemente "alternativi" e ben informati (ormai ne diffido altamente, ma dobbiamo riconoscere che fanno opinione, nella loro estrema inconsapevolezza del mondo), parlano così o cosà del festival.

Ve lo giuro, io non ne parlo mai. Non mi interessa proprio. E con la stessa forza del disinteresse non avrei voluto scriverne. Ma oggi tra una emigrata e un'altra -nell'illusoria speranza di concludere un paragrafo della mia tesi- ne ho sentito il bisogno, perché credo che il discorso potrebbe rientrare in una riflessione più ampia.

Non guardo molto la tv, ma uso il web per informarmi e rimanere in contatto con persone e idee. Ebbene, non è bastato. La televisione è onnipresente anche nei social network, nelle testate online. E San Remo impera, a tutto spiano, e tutti ne parlano, e nessuno protesta.

Quello che vorrei dire è che credo vadano rivisti molti dei discorsi sul cambiamento della comunicazione, sulle nuove piattaforme, grida esultanti sulla morte della televisione, riflettendo sulla fruibilità e la compresenza dei vari media.


Il fenomeno dei grillini nasce sul web e per il web. Ma senza i servizi al tg, senza Il Fatto Quotidiano, quanti voti avrebbe preso realmente Grillo? San Remo va in onda su Rai 1, ma io, quando mai avrei saputo dei fischi a Crozza senza internet?

Ci sarebbe da riflettere e, a mio parere, ridefinire il ruolo del web nell'ottica di una classicità dei media (tv su tutti) ancora molto forte.