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venerdì 28 giugno 2013

Arrivi e partenze nel Lazio: chi sono? chi siamo? Qualche dato.

Ieri è stato presentato alla Regione Lazio il secondo rapporto Il Lazio nel mondo. Immigrazione ed emigrazione (Roma, 2013), a cura del Centro studi IDOS/Immigrazione Dossier Statistico con il sostegno dell'Assessorato alle Politiche sociali della regione.

Il quaderno è senza dubbio uno strumento essenziale per chi si occupa e interessa di immigrazione. Le tre sezioni di occupano in ordine di immigrazione, sistema sanitario e emigrazione.
Il tutto è trattato con dovizia scientifica, dati e vengono fornite interessanti chiavi di lettura.

Su tutte sottolineerei quella diacronica, che - anche se a volte frettolosamente - si propone di fornire un quadro sul lungo periodo della mobilità dei lavoratori, pellegrini e non nativi in genere sempre presenti nella zona di interesse praticamente dal periodo dell'impero romano. Fondamentale questo, per scacciare i soliti proclami sull'emergenza, l'eccezionalità e il pericolo di una presenza "straniera" non controllabile. Non sono invece molto d'accordo sul ridimensionamento dei movimenti di popolazione di antico regime, secondo gli autori non definibile come "immigrazione vera e propria". Un diverso e forse più attento uso dei termini potrebbe capovolgere tutto. Non mi dilungo,  ma se si parla di emigrazione e mobilità nel caso degli studenti Erasmus (non qui), perché non dovremmo parlare negli stessi termini dei pellegrini del Trecento o delle comunità estere presenti a Roma da qualche secolo? Detto così è un po' un calderone, capisco, ma è solo un flash che butto lì, per cercare di riflettere sull'uso dei termini e dei concetti che ne derivano.

Non mi dilungherò ulteriormente; non dirò nulla sulla parte relativa alla sanità e su quella sull'emigrazione (magari su questa farò un post a parte, sapete che è il mio punto debole). Vi anticipo però, con la speranza che riusciate a leggere da voi il rapporto, alcune delle conclusioni della prima parte sugli aspetti sui quali, a detta degli autori, ci sarebbe più da lavorare:

- politiche a supporto di lavoro e casa;
- servizi in grado di rispondere alle esigente di immigrati e italiani;
- valorizzazione di culture e integrazione nel territorio;
- concessione di spazi;
- convivenza interreligiosa;
- seconde generazioni.

Dati e caratteristiche dell'immigrazione nel Lazio
Nel 2011 ci sono nel Lazio circa mezzo milione di stranieri, pari all'11,9% della popolazione straniera residente in Italia. Circa l'85% del totale regionale risiede nella provincia di Roma (e di questo il 51,4% è donna!). Queste le comunità più rappresentate nella regione: FIlippine (42.872), Bangladesh (26.599), Albania (25.480), Ucraina (24.155), Cina (21.021), India (21.021), Perù (17.960), Moldova (15.920), Egitto (15.488), Marocco (13.708), Sri Lanka (10.975), Ecuador (9.537), Tunisia (7.789), Brasile (6.538), Macedonia (5.954). Tra gli Stati comunitari il primato spetta alla Romania (196.410), seguita da Polonia (24.392), Bulgaria (7.722) e Francia (6.340). I rom, per i quali andrebbe fatto un discorso a parte visto che ne è attestata la presenza dal Cinquecento, sono circa 13.000. I minori stranieri sono nel 2010 sono 100.020.

Il lavoro
Soprattutto a Roma i lavoratori stranieri sono occupati soprattutto nel terziario, servizi e pubblici esercizi; a Latina e Viterbo prevale l'agricoltura, mentre anche a Rieti e Frosinone il terziario.
Per quanto riguarda le attività imprenditoriali a Roma il 21,5%  di titolari totali della provincia (non solo stranieri) è rappresentata dai bangladesi (e non bangladeshi come leggo nel rapporto...) con 5.430 attività. Seguono da vicino i romeni (5.299), e a distanza i cinesi (2.474) e poi via via i marocchini, egiziani e nigeriani. Le rimesse -i soldi mandati nel paese d'origine- provenienti dal Lazio, rappresentano il 30% del totale in uscita dall'Italia.

La religione
I cristiani restano il gruppo religioso maggioritario tra gli immigrati: 40% circa di ortodossi e 24,8 di cattolici. Il 17,4% sono musulmani. I luoghi di culto, fondamentali per l'aggregazione e la libertà di culto sono così distribuiti: 153 per i cattolici, 35 per gli ortodossi, 34 per i protestanti, 19 per i musulmani, 7 per gli ebrei, 6 per i buddisti e 1 rispettivamente per sikh e induisti.



Per maggiori informazioni e per reperire il volume: idos@dossierimmigrazione.it






mercoledì 14 dicembre 2011

Regalasi razzismo di seconda mano. Quasi nuovo.

Devo scrivere in fretta e furia. devo scrivere questo post che mi viene da dentro: dallo stomaco, dal cuore, dal cervello.
I fatti razzisti e xenofobi di questi ultimi giorni a Torino e Firenze non dovrebbero lasciare nessuno indifferente. figuratevi me.

A Torino una ragazzina di 16 anni fa sesso con il suo ragazzo. Vuole nascondere il tutto alla famiglia, cattolica e ossessionata dalla verginità tanto da farle fare periodiche visite ginecologiche per controllare. (e io mi chiedo: che famiglia è? come sta educando questa ragazza? e chi è questo ginecologo?). per celare con efficacia il fattaccio ha un colpo di genio, inventa una bugia che avrà pensato geniale: racconta di aver subito una violenza. Secondo voi chi sarebbe stato a violentarla? (rullo di tamburi) vi do solo un indizio: vi ricordate che disse Erica- la mostra di Novi Ligure- all'indomani dell'uccisione del fratellino e dell mamma? Lei disse che erano stati degli albanesi. andavano molto di moda a quei tempi. Stavolta la colpa è di due rom, che obiettivamente ora vanno più di moda di albanesi, terroristi islamici e romeni. La ragazzina smentirà, ma solo dopo che simpatici suoi concittadini avevano messo a ferro e fuoco il campo nomadi più vicino. Andiamo a Firenze, ieri. Un 50enne di Casapound esce, va al mercato a farsi un giro, armato. passeggia, si guarda intorno, vuole forse fare dei regalini di natale per i camerata. ma non vi distraete, ricordatevi che è sempre armato. ricordatevi che è di Casapound e odia gli stranieri. ora pensate a un mercatino italiano dei nostri tempi. chi ci lavora? stranieri! AH! EUREKA! deve aver urlato anche lui. inizia a sparare e uccide due senegalesi. poi si uccide, chissà perché.

vi dico subito: non sono pessimista, non voglio sparare a zero contro 60 e rotti milioni di razzisti. non siamo un Paese razzista, per fortuna; se lo fossimo realmente si sentirebbero anche più spesso storie simili. ma attenzione, pur non essendo un paese popolato di razzisti, molti italiani lo sono. molti sono razzisti consapevoli e felici, i più -invece- non si dichiarano tali ma lo sono in tutto e per tutto. altri ancora si nascondono dietro la bandiera della pace e della fratellanza, ma poi conservano remore razziste o antisemite o anti-rom a seconda dell'occasione.

ad aver peggiorato questa situazione ci ha pensato il razzismo di governo degli ultimi anni. la lega nord alla maggioranza ha fatto il grosso, le inesistenti regolamentazioni sull'immigrazione gli hanno dato man forte.

in breve. la vita per gli immigrati è difficilissima. ottenere un permesso di soggiorno è complicatissimo e inesorabilmente legato ad un lavoro con contratto. L'immigrato che cerca di regolarizzarsi è così continuamente ricattato dal datore di lavoro, dallo stato, dalla minaccia di cadere nell'irregolarità. L'irregolare invece, il "clandestino", cerca disperatamente quel contratto ma con limiti e paure continue e ancora ricatti da chi lo assume in nero (spessissimo connazionali che hanno fatto strada...) e, ultimo ma non ultimo, lo spettro dell'espulsione.
la situazione di difficoltà dell'immigrato è quindi originata dalla legislazione lacunosa e disattenta, e dai piani alti ai quali in parte fa comodo mantenerla così.
l'immigrato in questo contesto diventa agli occhi di tutti lo sbandato, il clandestino, il senza lavoro, che accetta lavori a bassissimi salari rubandoli agli italiani. Partiti politici e media lo ripetono al'infinito, le persone ci credono e fanno proprie queste dicerie. le assimilano, iniziano realamente a crederci e i razzisti di professione (si legga: i vari gruppi alla "Casapound", la Lega Nord etc.) le rafforzano.

ed ecco i fatti di Firenze e Torino: semplici pensieri qualunquisti, alimentati dal periodo di crisi, guerre tra poveri che riemergono che - però- aleggiano nell'aria da anni.a mio modesto parere, infatti, gli eventi tragici degli ultimi giorni sono solo l'esplosione di quei fermenti e luoghi comuni che ho cercato di spiegare in questo scritto (magari non benissimo, sono veramente troppo infuriata per dare un senso logico a tutto).
Fermenti e luoghi comuni, non invisibili a uno sguardo attento, che trovano spazio nelle chiacchierate occasionali suo mezzi pubblici, negli sguardi rivolti al ragazzo immigrato, nelle battute di cattivo gusto sulle donne straniere...

sabato 14 maggio 2011

Razzismi a tutte le latitudini

Ed eccomi qua, a Paris. Sono ormai dieci giorni che sono arrivata e sono abbastanza soddisfatta del sole, dello studio e di tutto il resto.

nessuno mi guarda male quando indosso il mio vestito bengalese, perchè qui camminano per le strade e prendono la metro e vivono abiti dai più svariati angoli della terra. A guardarmi in modo stupito e incredulo sono stati solo i ragazzi bengalesi che vendono frutta davanti alla Biblioteca Marguerite Durand (eccezionale covo di studiose in studi di genere, ma questa è un'altra storia). Mi hanno guardata si, ma essendo molto meno molesti dei loro colleghi sbarcati in Italia, non hanno preferito parola. Ebbene si, sono meno molesti, al punto che non ho mai avuto occasione di dire "lagbe na" ("non ne ho bisogno", in bengali).

e così passeggio felice per rues et boulevards, immaginando questa città come un angolo dal quale poter escludere la mia malaintegrazione cronica. (e mi dico da sola: sogna ragazza, sogna)

Poi ieri ho acquistato il mio abbonamento mensile per i mezzi pubblici. il simpatico giovanotto addetto alle informazioni della stazione Rambuteau (quella del Centre Pompidou) è gentilissimo e mi aiuta in ogni passo della procedura. Prova anche a parlarmi in spagnolo -per gentilezza o per marpioneria- ma subito lo assicuro che è meglio parlarmi in francese.
superata questa piccola incomprensione, mi accingo a pagare, lo saluto e lo ringrazio e lui mi fa: "Signorina, stia attenta al portafoglio perchè qui è pieno di rom. ne ho appena visti alcuni passare."
Qualche secondo di silenzio...
Io: "Non si preoccupi, so badare al mio portafoglio".

Non ho parole.
Gli zingari rubano, i negri puzzano, gli italiani sono mafiosi, i musulmani sono terroristi, le donne dell'est sono prostitute.

à plus