Saprete tutti cosa è successo la settimana scorsa a TorPignattara. Un uomo cinese di 31 anni e la sua bambina di nove mesi sono stati uccisi in un tentativo di rapina.
Martedì scorso (10 gennaio) la comunità cinese, le organizzazioni italiane e non del quartiere e le istituzioni si sono riunite in una grande marcia contro la violenza e per la sicurezza, che da Piazza Vittorio ha raggiunto Torpignattara.
Vi racconto la manifestazione con mix di immagini e parole, senza grosse pretese, se non quella di cronaca e del poter dire "io c'ero".
Ho partecipato a tanti cortei in vita mia. Ho visto tafferugli, manifestazioni pacifiche, manifestazioni ordinate ed altre caotiche e disorganizzate. a volte mi sono divertita, a volte mi sono arrabbiata, altre volte sono tornata a casa delusa.
Ma stavolta, tutto è stato un po' diverso.
Stavolta mi sono commossa.
Il corteo, ordinatissimo, era composto per la maggior parte da cittadini cinesi di tutte le età. Stupendi i volti dei bambini, protagonisti inconsapevoli dell'evento.
Pochi inizialmente gli italiani e i rappresentanti delle altre comunità, ma pochi quelli che sono rimasti indifferenti...
... ma i "non cinesi" sono aumentati andato avanti il percorso ed erano tantissimi a Torpignattara, luogo della tragedia.
Tra gli italiani parecchi gli abitanti del quartiere. Molti, ancora una volta i bambini.
Numerosissimi i bangladesi, che non potevano mancare ad un evento così significativo per la loro Banglatown (è così che viene ormai chiamata Torpignattara, quartiere che vede una presenza schiacciante di immigrati provenienti dal Bangladesh).
che dire... Certi fatti possono essere evitati, certe situazioni non devono essere demonizzate ma solo osservate e capite. Un quartiere di immigrati non è un quartiere pericoloso di per sé, ma lo diventa con il lassismo. Un marocchino non è un criminale perchè marocchino, ma perchè è un criminale e basta.
Tutti questi bambini hanno diritto di crescere in una città sicura e che li ami.
E solo una città così sarà nostra, di tutti quelli che erano al corteo o che avrebbero voluto esserci (non scambiate le mie parole per buonismo e semplicismo, sento tutto quello che ho detto. Veramente).
Martedì scorso (10 gennaio) la comunità cinese, le organizzazioni italiane e non del quartiere e le istituzioni si sono riunite in una grande marcia contro la violenza e per la sicurezza, che da Piazza Vittorio ha raggiunto Torpignattara.
Vi racconto la manifestazione con mix di immagini e parole, senza grosse pretese, se non quella di cronaca e del poter dire "io c'ero".
Ho partecipato a tanti cortei in vita mia. Ho visto tafferugli, manifestazioni pacifiche, manifestazioni ordinate ed altre caotiche e disorganizzate. a volte mi sono divertita, a volte mi sono arrabbiata, altre volte sono tornata a casa delusa.
Ma stavolta, tutto è stato un po' diverso.
Stavolta mi sono commossa.
Il corteo, ordinatissimo, era composto per la maggior parte da cittadini cinesi di tutte le età. Stupendi i volti dei bambini, protagonisti inconsapevoli dell'evento.
Pochi inizialmente gli italiani e i rappresentanti delle altre comunità, ma pochi quelli che sono rimasti indifferenti...
... ma i "non cinesi" sono aumentati andato avanti il percorso ed erano tantissimi a Torpignattara, luogo della tragedia.
Tra gli italiani parecchi gli abitanti del quartiere. Molti, ancora una volta i bambini.
Numerosissimi i bangladesi, che non potevano mancare ad un evento così significativo per la loro Banglatown (è così che viene ormai chiamata Torpignattara, quartiere che vede una presenza schiacciante di immigrati provenienti dal Bangladesh).
che dire... Certi fatti possono essere evitati, certe situazioni non devono essere demonizzate ma solo osservate e capite. Un quartiere di immigrati non è un quartiere pericoloso di per sé, ma lo diventa con il lassismo. Un marocchino non è un criminale perchè marocchino, ma perchè è un criminale e basta.
Tutti questi bambini hanno diritto di crescere in una città sicura e che li ami.
E solo una città così sarà nostra, di tutti quelli che erano al corteo o che avrebbero voluto esserci (non scambiate le mie parole per buonismo e semplicismo, sento tutto quello che ho detto. Veramente).