domenica 2 giugno 2013

Ci vuole occhio, orecchio e buon senso

Oramai è da tempo che mi occupo di migranti e migrazioni. Qualche cosa in merito, quindi, credo di poterla dire. E dico questo: ci sono pochissime persone che se ne occupano o semplicemente ne parlano in maniera razionale, intelligente e aliena da disprezzo o pietismo.
In questi anni ho infatti incontrato:

1. i razzisti che lo esternano: i militanti di Casapound, Forza Nuova ecc e i non militanti che pensano al razzismo come a una delle più giuste cause;
2. i "non sono razzista ma...";
3. i razzisti silenti: tipo la vecchina che non si siede vicino all'africano in bus;
4.i razzisti che sanno di esserlo ma se ne vergognano;
5. quelli che pensano di essere razzisti, che non vogliono gli immigrati sul suolo patrio, ma poi appena gliene presentano uno capiscono che è una persona e ci diventano pure amici;
6. quelli che gli stranieri si devono integrare e diventare come gli italiani (ma non si è mai capito che cosa siano questi italiani);
7. i buonisti che vorrebbero assistere i poveri immigrati come i cagnolini del canile, perché loro hanno bisogno di "noi" (noi chi, ma quando mai?);
8. i buonisti mascherati da alternativi, che combattono al fianco di stranieri e migranti per farsi belli con gli amici ma che alla fine muovono dalla stessa concezione di quelli del punto 7;
9. i buonisti intellettuali e internazionalisti, che si riempiono la bocca di immigrazione senza sapere come è fatto un abitante del Sudan;
10. gli 8 e 9 fusi in una sorta di animale mitologico sinistroide, che vorrebbero un mondo nuovo, dove l'immigrato ha sempre ragione. Fondamentalmente egli non può essere dalla parte sbagliata perché non è un essere come "noi" con difetti, mancanze, pregi, particolarità. Da questo deriva che egli, il poverello sofferente con la valigia di cartone, deve essere trattato ancora, anche dal mostro del punto 10, come fanno quelli del punto 7.






3 commenti:

  1. articolo apparso su: http://www.yallaitalia.it/2013/06/ci-vuole-occhio-orecchio-e-buon-senso/

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  2. Non abbandonare mai la linea della presunzione....

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    1. Non mi sembra di essere presuntuosa. Osservo soltanto ciò che mi circonda con un pizzico d'ironia.

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