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lunedì 19 dicembre 2011

L'Europa esiste, altroché.

Ho letto un libro che ha confermato un sospetto che avevo da anni: l'Europa esiste.
Ok, sì, forse sto dicendo una cosa scontata.
L'Europa è un'entità a sé stante, con caratteristiche proprie e comuni che la differenziano da tutti gli altri continenti. E non sono solo la storia, la compattezza geografica e l'Euro (che casomai è una conseguenza di tutto ciò) a farla tale. Sono i nostri modi di fare e vivere e soprattutto, quello che percepiscono i non-europei.
Ho vissuto a lungo in Europa e a contatto con gli altri europei notando differenze comportamentali, di tradizioni ecc, ma leggendo questo libro di un americano che ha vissuto a Parigi per cinque anni ho pensato spesso: "Beh, ma quello che sta dicendo non è per niente una caratteristica francese, ma anche italiana e dunque... europea!"

Un altro inciso doveroso prima di entrare nel vivo. Ho sempre pensato che Italia e Francia fossero molto simili, più di due altri stati europei presi a caso. Ad esempio trovo personalmente meno vicine Italia e Spagna, contrariamente a un pensare comune diffuso. Anche per questo trovo calzante l'esempio di questo libro, perché ho sentito troppo spesso parlare della Francia come di un luogo diversissimo e lontanissimo da noi (e anche a noi avverso). Certo, vale lo stesso discorso che vale per tutti gli altri Paesi. Siamo simili ma NON UGUALI, ed è giusto sempre sottolineare le differenze ma senza che diventino un ostacolo.

Ecco il libro, Da Parigi alla luna di Adam Gopnik.
Un reporter newyorkese vive a Parigi per cinque anni con la moglie e il loro primogenito; è un racconto di vita quotidiana ma soprattutto di vita parigina, divertente e acuto. Ma tutto visto con occhi americani, più specificamente con occhi della Grande Mela.
Ed è così che Adam si stupisce del fatto che i francesi non usino la segreteria telefonica, che vadano in palestra per socializzare e non per ammazzarsi di sport, che parlino di politica appassionatamente e frequentemente come gli americani parlano di baseball. Si stupisce poi delle lungaggini burocratiche e del fatto che i francesi protestino per l'aumento dell'età della pensione, contenti di andarci, mentre gli americani non desiderano altro che lavorare per sempre, quasi per sentirsi immortali. Ancora, l'autore è molto colpito dall'espressione francese "c'est normal" utilizzata spessissimo, come intercalare, con tono di rassegnazione.

Beh, che dire? Italia, Francia quindi Europa? (O forse esistono gli Stati Uniti, contrapposti a tutto il resto?)Non vorrei arrivare a soluzioni semplicistiche ma leggendo ho pensato più volte all'esistenza dell'Europa, un'Europa delle piccole cose.


ps. dedico questo post -come faccio quasi sempre- alla Lega Nord, antieuropeista. Chissà perché, ma la Lega ed io siamo sempre in disaccordo.

domenica 15 maggio 2011

un altro libro

Oggi vi consiglierò l'ultimo libro che ho letto a Roma prima della trasferta parigina. E ve lo consiglio vivamente per quelli che sono, ormai, quasi i soliti motivi: è un libro sui temi dell'immigrazione ed è un libro che per diversi aspetti mi ha parlato di me. (sempre la solita egocentrica, perchè dovreste leggerlo voi se parla di me?)

Et voilà: Indovina con chi mi sposo di Alice Zeniter. Un testo breve, scritto in modo leggero nonostante tratti una tematica scottante e attualissima in Francia, dove è ambientato, ma anche in tutto il restante spazio della bandiera blu tempestata di stelline. Mi riferisco all'inasprimento delle politiche migratorie il quale va molto di moda, soprattutto tra noi cugini latini.
La giovane autrice narra abilmente la storia di due grandi amici, lei franco-algerina e lui del Mali. Amici per la pelle sin dall'infanzia decidono di sposarsi (matrimonio bianco) per evitare a lui le continue scocciature e l'assurdità -per una persona cresciuta in Francia- di dover lottare per un permesso di soggiorno. Alice, la protagonista femminile, parla in prima persona e racconta gli antefatti del matrimonio, le difficoltà, ma anche e soprattutto la storia della grande amicizia tra i due con sullo sfondo i temi del razzismo e dell'integrazione.

Senza mezzi termini: Bellissimo. L'ho divorato (e sai che novità!).

Ora che avete capito che veramente il libro mi ha interessato per il tema, oh curiosoni, vorrete sapere perchè parla di me. Tranquilli, non sto per sposare qualcuno per fargli ottenere la cittadinanza. Cosa, tra l'altro, che anche in Italia è diventata complicata.
Il libro parla di me per i miei interessi, ma anche perchè i protagonisti hanno più o meno la mia età. In alcuni punti mi ha ricordato cose che ho vissuto, come ad esempio le proteste contro la guerra in Iraq ai tempi del liceo. Loro si formano politicamente in quel periodo, e anche io. È da lì che viene tutto quello che ho in testa ora, con l'eccezione che adesso provo a dargli una forma. O almeno credo.