Neanche a dirlo, ho accolto di buon grado l'allarme lanciato da Umberto Eco, anche perché questa cosa la sostengo da anni. Il "lei" è una ricchezza per la nostra lingua, è fondamentale nei rapporti interpersonali e gli stranieri che studiano l'italiano devono assolutamente imparare a usarlo. Afferma Eco parlando degli extra-comunitari (ma anche dei comunitari, aggiungerei io):
Essi usano il Tu con tutti, anche quando se la cavano abbastanza con l’italiano senza usare i verbi all’infinito. Nessuno si prende cura degli extracomunitari appena arrivati per insegnare loro a usare correttamente il Tu e il Lei, anche se usando indistintamente il Tu essi si qualificano subito come linguisticamente e culturalmente limitati, impongono a noi di trattarli egualmente con il Tu (difficile dire Ella a un nero che tenta di venderti un parapioggia) evocando il ricordo del terribile “zi badrone”. Ecco come pertanto i pronomi d’allocuzione hanno a che fare con l’apprendimento e la memoria culturale.
è sempre tutto molto più complesso di quanto possa sembrare, in particolar modo quando si parla di lingua. Le parole sono importanti e l'importanza la fa tutta il modo di usarle o di non usarle. Tutto questo per dire che nelle mie classi la forma di cortesia occupa sempre parecchio spazio.
Oggi, ad esempio, per i miei studenti adulti (livello A1 avanzato) era arrivato il momento di un bel ripasso. Nello stesso tempo era arrivato il momento di fissare il campo lessicale delle spese, sul quale avevamo già lavorato. Ci trovavamo in una classica fase di rinforzo.
Ho subito pensato di sottoporre ai miei studenti il più classico dei role play: tu fai il negoziante, lui fa il cliente, facciamo 10/15 minuti di spesa e via. Ok, poteva andare. Ma oggi anche io avevo bisogno di divertirmi un po' di più e di ricordarmi che faccio questo mestiere anche per esercitare la mia creatività troppe volte sopita. Ed ecco che cosa ho fatto:
1. Ho diviso la
classe in due gruppi: il gruppo dei clienti e il gruppo dei negozianti;
2. Ai clienti ho
dato questo compito: scrivere, in gruppo, una lista della spesa per una grande
cena da organizzare nel fine settimana;
3. Ai negozianti
ho dato questo compito: scrivere, in gruppo, una lista di merci presenti nel
loro piccolo negozio di alimentari con relativi prezzi;
4. Dopo 15 minuti
di lavoro di gruppo ho diviso gli studenti in coppie (1 negoziante+ 1 cliente);
5. Il cliente
doveva cercare di comprare il più possibile spendendo meno; il negoziante
doveva cercare di guadagnare il più possibile senza scontentare il cliente. Ho
raccomandato di utilizzare il "lei";
6. Dopo 15 minuti
di role play ho ricostituito i gruppi iniziali e ho dato loro poco più di 5
minuti per decretare il
venditore più furbo e il cliente più soddisfatto!
In questo modo ho sfruttato le conoscenze pregresse e quelle acquisite in classe nelle lezioni precedenti, ho sfruttato la collaborazione (nella fase di preparazione e in quella finale), ho basato l'attività in parte sul problem solving (la sfida cognitiva del "compra spendendo meno" e "guadagna soddisfacendo il cliente") e reso l'attività ludica.
Ci siamo divertiti molto e in circa 40 minuti ho raggiunto gli obiettivi: utilizzo diffuso del lei e mega ripasso sul lessico relativo alla spesa e al cibo. L'attività è stata semplice da ideare e da svolgere, a dimostrazione del fatto che a volte basta veramente pochissimo per fare qualcosa di piacevole!
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