sabato 7 settembre 2013

Crudele autunno romano

Dicono che da lunedì inizierà l'autunno. Se ne andrà il caldo e arriveranno freddo e pioggia.

Sono seduta in balcone, e sto provando a sorprendere il primo fresco autunnale, voglio sentire sulla mia pelle se è vero quanto ho sentito dire. Ho fretta.
Ma c'è ancora la domenica di mezzo e per ora ascolto solo voci di bambini a cena dai nonni, le risate delle giovani madri delle quali immagino l'abbronzatura ancora in vista, i piedi di ragazzini sull'asfalto, veloci per un nascondino, per un primo amore, per non so che cosa.

sono tutti rumori che non mi danno fastidio e che mi concedono il tempo di rispolverare la mia estate e di pensare al mio autunno.

Dell'estate appena trascorsa non posso lamentarmi. Ho un nuovo titolo in tasca, sono stata a New York, non ho sofferto il caldo. Mi mancano alcune cose, ad esempio l'odore del mare. Mi è mancato costantemente qualcuno, ma posso rimediare.

Ma è l'autunno che mi preoccupa, la mia stagione preferita. è l'autunno romano che mi entra dentro e mi toglie il respiro, mi fa riflettere, mi fa male.
Il problema è solo uno: Roma è la mia casa e faccio una fatica enorme nel pensarmi altrove. Forse a New York, se non ci fosse l'oceano di mezzo, forse a Parigi se in Francia si fosse un lavoro per me, forse nella campagna inglese se avessi il coraggio di compilare qualche application form. Forse in Asia se non avessi paura di cambiare tutto.

Forse in estate. Sì, vorrei vedermi nella prossima estate. Ad un anno da oggi, con tanti pensieri in più, con un po' di coraggio in più.
Chissà dove saremo. Chissà come saremo.

Non pensare da sola,
non pensare al futuro.

La dolcezza in due parole.

Ci penseremo insieme,
quando sarò tornato.


Ma da dove viene tutta questa sicurezza?


Non ti preoccupare,
non ti preoccupare, 
voglio vederti sorridere...





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