venerdì 23 novembre 2012

Pink is the color

Penso troppo. Penso troppo ed è per questo che ho la colite. Penso anche quando non c'è niente da pensare e rifletto su eventi che non dovrebbero dar molto da riflettere, almeno non per tutti.

Oggi nell'arco di tempo di circa 70/80 secondi ho pensato due cose, in seguito ad eventi quasi insignificanti.

Camminavo nei pressi di casa, di ritorno dal lavoro. Ahimé la lezione di oggi finiva alle 13 e mi sono ritrovata così nel bel mezzo dell'uscita dalle scuole, momento criticissimo per i mezzi pubblici e le strade della Capitale e della banlieue annessa. Camminavo e ho sentito un ragazzino delle medie dire all'altro:
"E sai che j'ho detto ar professore?? A professo', io mica so' come te che te 'nchiappetti i pischelli!"

Camminando su queste spiacevoli note pensavo a ieri, a quando un 15enne omosessuale, a pochi chilometri di distanza si è impiccato, molto probabilmente a causa di battute simili.

Mentre pensavo a questo ho visto davanti a me due uomini sulla cinquantina, che poi ho scoperto essere due vigili urbani che avevano appena finito il turno di lavoro. Con il mio passo solito -anche più sostenuto del solito- li ho sorpassati, e ho sentito in quel momento tutta la forza di una donna giovane che supera degli uomini più anziani, con un posto fisso, chili in più e capelli bianchi.

Non datemi della pazza. Ma realmente in quel momento ho sentito un orgoglio, un senso di rivalsa e una rivincita presa su un mondo intero, su un modo di pensare che andrebbe sorpassato ma che ancora è qui.
Il vecchio mondo che vede il genere come un muro, una certa supremazia come un diritto naturale e i cambiamenti come un cataclisma.

Nessun commento:

Posta un commento