domenica 18 novembre 2012

Finirà il precariato e quel giorno sarà pieno di stelle. Anche a Roma.

Doveva accadere prima o poi. Ho aperto proprio stamane l'ultima inutile comunicazione cartacea relativa all'ultimo versamento che la mia università ha fatto sul mio conto. Tre anni sono passati, è finita.
La tesi non è finita affatto, ma ufficialmente io non sono più sotto la protezione economica di Tor Vergata.

Un po' fortuitamente e un po' meno ho trovato già da qualche mese una piccola entrata per le mie tasche. Ma ciò non mi soddisfa - ed è alquanto precario- quindi mi barcameno nel limbo dei senza lavoro, dei precari, dei ricercatori di una fonte di sostentamento.

Ogni mattina, dunque, accendo speranzosa il mio cellulare, forte delle decine (quasi centinaia) di curricula inviati. Faccio il trionfale ingresso nel mio account gmail, sperando in una finalmente scoperta della comunicazione in rete da parte dei datori di lavoro. Ma nulla. Il mio telefono squilla solo grazie ai miei dolci essere umani del cuore e a volte alla Vodafone, che vuole assolutamente farmi tornare tra le sue braccia. Ma i miei essere umani del cuore ed io abbiamo quasi tutti Wind, ed aver creato questa setta/casta/gruppo informale ci conviene molto. Quindi per ora non se ne parla, cara Vodafone.

Mentre aspetto chiamate e leggo notizie da questo triste mondo malato, mi connetto sui vari siti con annunci di lavoro. In questi ultimi mesi le offerte più interessanti sono state quella di un ristorante giapponese che cercava una ragazza di "bellissima presenza" (quindi personalmente ne ero già fuori) per lavorare come modella di body sushi. L'impiego consisteva nel restare immobile, in bella mostra e in bikini, ricoperta di sushi e farsi mangiare addosso. Un altra imperdibile occasione che ho voluto perdere, è stata quella di un brand di gelati che offriva un buono di benzina di 5 euro per un'indagine di mercato. Occorreva assaggiare gelati, rispondere a un questionario e tornare a casa, presumibilmente utilizzando quei 5 euro di rifornimento.

Non voglio essere troppo pessimista, ho anche quasi ottenuto un lavoro come insegnante di italiano a stranieri (che poi è quello che faccio ora e spero di continuare a fare). Un bellissimo colloquio telefonico, ma poi mi è stato preferito un insegnante per il semplice fatto che abitava più vicino alla sede del corso.

Dovete anche sapere che questi siti offrono sì un servizio, ma non sempre limpido e cristallino. Ci sono dei normalissimi annunci nei quali appaiono un'offerta di lavoro e un numero di cellulare, quasi come se fosse stato un privato cittadino ad averlo scritto. E invece no, voi chiamate e vi risponde una loschissima persona che vi dice: "Noi siamo un'agenzia, se mi dà trenta euro l'aiuteremo a cercare lavoro". Che cosa? E il nome dell'agenzia, e -magari- dire nell'annuncio che si tratta di un'agenzia, come fanno le società serie e realmente esistenti?


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