non sono affatto integrata. non credo nel termine integrazione. detto così è molto vago, ma volevo darvi proprio questa impressione.
martedì 6 settembre 2011
Diario di una maestra
Da ormai un paio d'anni provo a stare in piedi nel mondo del volontariato, insegnando italiano agli immigrati in una grossa associazione nella zona della Stazione Termini.
Non so perché non ne ho parlato mai prima, ma ora inauguro anche questa rubrica. Non mi dilungherò sulle motivazioni che mi hanno portato a questa attività, e nemmeno su quello che l'esperienza mi ha dato e continua a darmi. Questo lo capirete piano piano.
Oggi voglio riportare alcune domande degli studenti. Poche, perché poche me ne ricordo e perchè non voglio viziarvi.
Attenzione: non è “Io speriamo che me la cavo”, è molto molto meglio. e lungi da noi la figura dell'immigrato bambino...
“Maestra, perché in Italia non c'è il Welfare State come in Francia? Chi prende tutti i soldi?”
“Maestra, perché gli italiani in Etiopia e in Eritrea non hanno aperto le scuole?”
“è più bella Roma o Parigi?”
“Maestra, perché non diventa ricca e viene ad aprire una grande azienda in Marocco, nella mia città? Io tornerei subito in Marocco.”
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