martedì 2 agosto 2011

Italia bella mostrati gentile

Sono tornata a Roma. Chiedo al mio Paese di mostrarsi gentile moderando l'afa estiva, facendomi stare tranquilla e non facendomi pentire di aver voluto fare un dottorato... glielo chiedo così, con la prima strofa di questa canzone.



"Italia bella, mostrati gentile
e i figli tuoi non li abbandonare,
sennò ne vanno tutti ni' Brasile
e 'un si ricordan più di ritornare.

Ancor qua ci sarebbe da lavorà
senza stà in America a emigrà.

Il secolo presente qui ci lascia,
il millenovecento s'avvicina;
la fame ci han dipinto sulla faccia
e per guarilla 'un c'è la medicina.
Ogni po' noi si sente dire: «E vo
Là dov'è la raccolta del caffè».

Nun ci rimane più che preti e frati,
moniche di convento e cappuccini,
e certi commercianti disperati
di tasse non conoscono i confini.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.

Ragazze che cercavano marito
vedan partire il loro fidanzato,
vedan partire il loro fidanzato
e loro restan qui co' i' sor curato.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.

Le case restan tutte spigionate,
l'affittuari perdano l'affitto,
e i topi fanno lunghe passeggiate,
vivan tranquilli con tutti i diritti.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.

L'operaio non lavora
e la fame lo divora
e qui' braccianti
'un san come si fare a andare avanti.
Spererem ni' novecento,
finirà questo tormento,
ma questo è il guaio:
il peggio tocca sempre all'operaio"

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