martedì 17 dicembre 2013

Italiani brutta gente: la laureata in lingue

Oggi inauguro una nuova rubrica, che raccoglierà ovvietà, idiozie, considerazioni ignoranti e qualunquiste da me raccolte in giro per il Belpaese. 
Infatti, conoscere gente, fare colloqui, frequentare i mezzi pubblici, leggere commenti, blog e tweet in internet, porta a dover subire di tutto. Io, il più delle volte, ascolto e incasso. Intavolare discussioni è a volte inutile, a volte è meglio e più divertente ascoltare e poi memorizzare, per avere aneddoti per ridere con amici e familiari.
Ieri ho però avuto l'illuminazione, devo scrivere, condividere. E spero che le mie storielle diano il via alle vostre. Scrivete, ricordate, umiliate. Sono certa che tanti brutti italiani abbiano intralciato le vostre strade. Naturalmente sono ben accette brutte genti di qualsiasi altra latitudine perché si sa, purtroppo non abbiamo l'esclusiva.

Oggi inizierò con le esternazioni di una LAUREATA IN LINGUE.
Mi trovavo ad un colloquio e con me concorreva per quel posto di lavoro (che io non ho avuto, ma molto probabilmente lei sì) una giovane madre, laureata in lingue, nello specifico inglese e spagnolo. Questo farebbe pensare ad una certa apertura mentale, perché si sa, chi parla più lingue si impegna nel conoscere altre culture, altri sistemi, è curioso per natura. E invece no. O almeno non sempre.

La fanciulla ha infatti esternato il suo pensiero sulla lingua inglese, lasciando intendere tutto quanto aveva compreso sui diversi sistemi linguistici e culturali. A suo parere la lingua inglese è una lingua semplice, e il sistema verbale con tutti quegli infiniti (si riferiva alla "non coniugazione" della maggior parte delle forme verbali per le varie persone...) e che quindi parlando in inglese si parla "come i negri quando parlano italiano" (riferendosi a stranieri, che sono più stranieri se di pelle nera, che apprendono la nostra lingua).

Quindi, in questo pensiero non si accetta e non si comprende la possibilità e l'esistenza di lingue diverse, con strutture - anche poco - diverse dalla propria. Inoltre, si insultano i non nativi che stanno apprendendo una lingua. Non nativi che, tra l'altro, forse sono plurilingue e magari sbagliano per interferenza con le altre o semplicemente perché STANNO IMPARANDO.

Ecco, questo è soprattutto per tutti quelli che pensano che la laurea sia garanzia di qualcosa. In questo caso il titolo accademico ci garantisce: capacità di riflessione pari a quelle di una lastra di legno e amore per gli altri popoli pari a un ragazzetto di Casa Pound.

4 commenti:

  1. brrrrr, che figura. :( Il problema è che tanti studiano lingue ma non hanno mai messo il naso fuori di casa. A quel punto la mente gliela puoi aprire solo a picconate.

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  2. rabbrividisco per quanto esternato dalla tipa...

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  3. Anche io, a distanza di mesi, ho ancora i brividi. E a Babbo Natale ho chiesto un piccone, ma per fortuna lui è buono e non me lo ha portato.... :)

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